Storia della Famiglia Miceli

Storia della Famiglia Micheli o Miceli

Tratto da Wikipedia
IN FOTO Stemma della famiglia Miceli di Sicilia Opera dell’Artista Francesca Riolo in dono al Critico d’arte Melinda Miceli

Stemma della famiglia.
Blasone Inquartato: sulla I, d’azzurro una cometa o posta in fascia; nella II, d’azzurro e d’argento; nel III, fess azzurro e argento, i fasci littori caricati di 21 bisanti o, disposti in fasce su quello d’azzurro rispettivamente di 6, 4 e 2, su quelli d’argento rispettivamente di 5, 3 e 1 ; sul IV, d’azzurro due leoni offesi coronati o.
Motto VITA ORTI SUNT
Poema Frangipani, Anicii
Rami Michiel Della Medunna (Italia)
Miceli (Sicilia, Francia)

Periodo quinto secolo – Presente
Paese o provincia d’origine Veneto Veneto
Fedeltà Repubblica di Venezia
Carichi Doge di Venezia
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La famiglia Micheli (Michiel, Michele o Miceli) era una famiglia patrizia di Venezia. Proviene dalla grande famiglia dei Frangipani, a sua volta di origine romana e discendente dagli Anicii, avendo dato papi e persino santi. Furono onorati con il titolo di Conte dell’isola di Arbé. I Michieli sono a Venezia sin dalla creazione della Repubblica, e parteciparono all’elezione del primo Doge, Paolo Lucio Anafesto, nel 697. Diedero generali, procuratori di San Marco, ambasciatori, cardinali e prelati, ma anche tre dogi:

Vitale I Michiel fu il 33º Doge di Venezia eletto nel 1096.
Domenico Michiel fu il 35º Doge di Venezia eletto nel 1117.
Vitale II Michiel fu il 38º doge di Venezia, dal 1156 fino alla sua morte nel 1172.
Durante l’assedio di Tiro (1124), Domenico Michele caricò monete (ventuno besant d’oro) con monete (ventuno besant d’oro) quando, quando l’argento si esauriva, faceva coniare monete di cuoio cotto (Michelettes), che erano correnti nell’accampamento e potevano poi essere cambiate a Venezia1.

Origini
Stemma dei Frangipani
Stemma antico dei Frangipani, così come descritto in Della Nobilità dell’Italia, Francesco Zazzera, 1628.
Nel 590, San Michele Arcangelo apparve a papa Gregorio I in cima al Mausoleo di Adriano, allora amministrato dalla famiglia Frangipani. Gli attuali ospiti di questi luoghi presero poi il nome di Michiel e divennero così i primi rappresentanti del ramo Micheli che provenivano da loro.

Su chiamata del loro anziano Frangipani, i Micheli giunsero a Venezia e parteciparono all’elezione del primo doge della Repubblica nel 6973,4,1. Fanno così parte delle dodici cosiddette famiglie apostoliche di Venezia, cioè quelle che fondarono la Repubblica.

Espulsi da Roma da papa Pasquale I, i Micheli si stabilirono definitivamente in laguna nell’823, sotto la guida di Angelo Michele Frangipani. Quest’ultimo portava ancora lo stemma dei Frangipani, un leone Or su sfondo rosso (araldica: Gules, un leone rampante Or). Rinomati per le loro opere, costruirono diversi edifici, tra cui la chiesa di San Cassiano5.

Di questa famiglia troviamo tracce nel 1084, con Andrea Micheli, allora ambasciatore veneziano a Costantinopoli, e poi nel 1096, con il figlio Vitale I Micheli, eletto 33º Doge di Venezia. Vital brandisce diverse armi, che saranno la base per i diversi rami che lo seguiranno. Sono in argento azzurro e argento di sei pezzi, essendo l’argento la caratteristica della laguna veneziana.

Suo figlio, Giovanni, comandò la flotta veneziana per lui durante la prima crociata in Terra Santa, e suo nipote, Domenico, fu eletto 35º doge di Venezia nel 1117. Quest’ultimo caricò monete (ventuno beausant d’oro) sul suo scudo durante l’assedio di Tiro (1124) quando, quando il denaro finì, fece coniare monete di cuoio bollito (Michelettes), che erano correnti nel campo e potevano essere poi cambiate a Venezia. Questo scudo divenne lo stemma principale della famiglia Micheli fino ai giorni nostri. Furono elencati nel 1628, nell’opera di Francesco Zazzera5, e si può vedere su molti edifici di Venezia, così come su varie sale e dipinti di Palazzo Ducale

Stemma di Domenico Michiel
Stemma di Domenico Michiel: Fascé d’azzurro e d’argento, i fasci littori caricati di 21 bisanti o, disposti in fasce su quell’azzurro rispettivamente di 6, 4 e 2, su quelli d’argento di 5, 3 e 1 rispettivamente
Dal xiii secolo in poi, la famiglia fu coinvolta nelle vicende politiche d’Oriente (tra cui l’ascesa al trono di Baldovino Idi Gerusalemme a spese di Manuele IComneno). Tuttavia, in seguito è diventato meno importante.

Dopo la caduta della Serenissima, i vari rami della famiglia videro la loro nobiltà inscritta nelle famiglie dell’Impero Austriaco.

Oggi, in Italia, il cognome Michiel è riconosciuto solo dalla famiglia Bianchi Michiel, discendente di Luigi Bianchi, figlio di Bernardino e Caterina Michiel, che assunse anche il cognome della madre per volontà del nonno Luigi Michiel. Il cognome potrebbe essere presente nelle varianti di Micheli, Miceli, Michelini o Michielin, negli antichi possedimenti di Venezia e dell’ex Impero Austriaco oltre che nelle odierne Sicilia, Dalmazia e Istria.

Rami
Michiel della Meduna
Questo ramo prese questo nome a partire dal 22 maggio 1455 quando la Serenissima gli assegnò il capitanato con sede a Meduna, funzione tramandata per via ereditaria.

I Michiel della Meduna hanno apportato miglioramenti economici, ambientali e urbanistici alla loro terra.

Il feudo passò poi ad altre famiglie. Dai documenti risulta che nel 1749 queste terre erano amministrate da Francesco Duodo. Più tardi, furono amministrati dai Loredani7,8.

Miceli in Sicilia
Famiglia Miceli (ramo siciliano)
Immagine illustrativa dell Famiglia Micheli
Stemma della famiglia.
Blasone Fascé d’or et d’azur, i fasci d’oro caricati con 12 tourteaux d’azur variavano 6,4,2 e i fasci d’azur caricati con 9 besants variavano 5,3,1.
Motto VITA ORTI SUNT
ET IN GLORIA DEI REMANENT

Poema Micheli, Frangipani, Anicii
Periodo xii secolo – Presente
Paese o provincia d’origine Veneto Veneto
Fedeltà Repubblica di Venezia
Regno di Sicilia

Regno delle Due Sicilie

Feudi detenuti Xabica
Carichi Barons de la Xabica, Giurati
Funzioni militari. Ufficiali delle Due Sicilie, Ufficiali dell’Esercito Francese
Onorificenze militari Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Cavaliere della Legion d’Onore Cavaliere della Legion d’Onore

Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito

Il ramo siciliano della famiglia Michiel trae le sue origini dagli sforzi commerciali del nipote del Doge, Domenico Michiel, anch’egli di nome Dominic.

Così, nel 1190, i Michiel, discendenti dal doge Domenico, fondarono la compagnia Marino Michiel e Bembo con i cugini Bembo. Questa compagnia collegava principalmente Palermo e Venezia, ed erano sindacati dei Veneziani di Palermo. È così che Michele si è stabilito per la prima volta sul suolo siciliano. La preposizione “de” e la declinazione del cognome “Michele” significherebbe “che deriva dai Michiels”

Le loro armi erano quelle dei loro illustri antenati veneziani, sostituendo l’argento dell’Adriatico con “L’oro del grano di Sicilia”9 per dare così: Fascé d’or et d’azur, à 12 tourteaux d’azur sur les fasces d’or 6,4,2 et 9 besants sur les fasces d’azur 5,3,1.

I Michele prosperarono in Sicilia, insediandosi sempre più nell’entroterra, scacciando i Saraceni ancora presenti nel xii e xiii secolo. I diversi rami si allontanarono, e mentre alcuni ripresero lo stemma e la cometa di Venezia sui loro stemmi, altri rami crearono i propri stemmi nel corso dei secoli, senza mai separarsi dall’oro e dall’azzurro che divennero il segno distintivo del ramo siciliano.

Genealogia
All’inizio del xIII secolo, la Sicilia era governata dal re Federico II Hohenstaufen, che in seguito divenne imperatore del Sacro Romano Impero. Fu da lui che Alaimo (Jaime) de Aprucio (d’Abruzzo) ricevette il titolo di barone di Xabica (o anche Chabica, o Cabica) con editto del 1º ottobre 1241 a Cremona. Gli successe il figlio, Manfred, che cambiò il suo nome in Manfredi Alaimo de Cabica. Gli successe Raimondo Batasta e lasciò in eredità il titolo testamentario al marito di sua figlia Filippa, Don Tommaso (Thomas) “Masino” de Michele, un veneziano di Palermo.

Il titolo fu tramandato di padre in figlio fino ad Andrea de Michele, nel 1393. Purtroppo, la sua fedeltà al partito filo-angioino chiaramontese costò a suo nipote il titolo, così come ai suoi cugini delle Due Sicilie.

Da quel momento in poi, nel corso delle generazioni, i feudi furono scambiati tra le famiglie e si stringerono alleanze matrimoniali tra gli Angioini, poi i Capetingi e Michele.

La regione Xabica ha molte tracce dei Michele, Miceli, Mickiel, discendenti da Tommaso nel corso dei secoli, le grafie cambiano a seconda delle lingue parlate dai diversi maestri che la Sicilia ha conosciuto. Questo territorio sarebbe poi diventato il Ducato di La Fabrica.

Mentre molti rami si estinsero, troviamo i discendenti di Tommaso de Michele 300 anni dopo, sotto il titolo di Barone de Miceli. Portavano le armi dei loro antenati.

Nel xIII secolo, il barone Philippe de Miceli si stabilì con la moglie Françoise Bongiorno a Mezzojuso. Venivano da Alia, un’altra terra dove prosperavano i Miceli. Ebbero due figli, Pascal e Dominique, entrambi futuri Jurats de Mezzojuso. Entrambi governeranno la regione, con lettere patenti del re Ferdinando IV di Napoli, e non sotto la baronia dei Corvino, baroni feudatari di questa terra.

Dominic era anche professore e chirurgo, e marito di Constance d’Anna e Pravata, della famiglia principesca Pravata-Kastirt.

Rimase giurato per 25 anni. Suo cugino, Pierre-Marie, acquistò la baronia di San Lorenzo su suo consiglio, essendo egli stesso nipote del barone. La casa di Domenico si trovava nella Gran Plaza de Mezzojuso e ancora oggi vi si possono trovare tracce del suo passaggio.

Gli successe un altro Philippe de Miceli, e poi un altro Dominique, detto “Possedenti” (che segna la sua ricchezza). Suo figlio, Jean, fu un soldato di carriera nell’esercito dei principi Borbone di Napoli nella seconda metà dell’Ottocento. In seguito alla sconfitta di Napoli da parte di Garibaldi, quest’ultimo trovò rifugio in territorio francese, a Tunisi.

I suoi discendenti vivono oggi in Francia, in Corrèze, nella piccola città di Argentat sur Dordogne, in cui possiedono il Manoir de l’Eyrial.

Palazzo Venezia
Lastra della Colonna di Palazzo Michiel

Palazzo Michiel del Brusà

Palazzo Contarini Michiel
Palazzo Giustinian Michiel Alvise

Note e riferimenti
Egregio Presidente, onorevoli colleghi, Laurentius Rusius, Luigi Barbieri e Pietro Delprato, La mascalcia di Lorenzo Rusio volgarizzamento del secolo 14., messo per la prima volta in luce da Pietro Delprato, aggiuntovi il testo latino per cura di Luigi Barbieri., Presso G. Romagnoli, 1867 (leggi online [archivio])), pp. 57-58
Jean de Miceli, Famille de Miceli, Argentat, Jean de Miceli, 6 gennaio 2003, 352 p. (leggi online [archivio])), p. 27
Egregio Presidente, onorevoli colleghi, Hensley C. Woodbridge, “Dizionario letterario Bompiani delle opere e di personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature”, Books Abroad, vol. 25, no 4, 1951, pp. 106–107 (ISSN 0006-7431, DOI 10.2307/40095807, letto online [archivio], consultato il 13 aprile 2022)
Edoardo de Betta e Pietropaolo. Martinati, Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle Provincie venete di Edoardo de Betta e Pietropaolo Martinati., Dalla Tipografia di G. Antonelli a spese degli autori,, 1855 (leggi online [archivio])), pp. 11-12
Egregio Presidente, onorevoli colleghi, Francesco Zazzera e Gargano, Della Nobilità dell’Italia, per Gio. Battista Gargano e Lucretio Nucci, e [Ottavio Beltrano], 1628 (leggi online [archivio])
Conoscere Venezia, “Famiglia Michieli | Conoscere Venezia [archivio]” (consultato il 2 agosto 2020)
Mario Pezzella, “La Comune e la somma dei possibili”, in Lusso Comune, Rosenberg & Sellier, 2020 (leggi online [archivio])), pp. 159-177
Paola Palazzo, “Bolli anforari dal sito di Apaní”, in Les élites municipales de l’Italie péninsulaire des Gracchi à Néron, Publications du Centre Jean Bérard, 1996 (leggi online [archivio])), pp. 47-53
Jean de Miceli, Famille de Miceli, Argentat, Jean de Miceli, 6 gennaio 2003, 352 p. (leggi online [archivio])
Articolo correlato
Rio de Ca’ Michiel

Bibliografia
Della Nobilità dell’Italia, Francesco Zazzera, 1628.
Diz Storico portabile di Ttutte le venete Patrizi Famiglie-Venezia, Giu Bettinelli, 1780.
Famille de Miceli, Jean de Miceli, 2003.
Dizionario Storico-Portatile di tutte le venete patrizie famiglie, G.Bettinelli, Venezia, 1780.
Nouvelle relation de la Ville et République de Venise, Casimir Freschot, Utrecht, 1709, éd. Guillaume Van Poolsum.
Repertorio Genealogico delle Famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie Venete, Francesco Schröder, Venezia, 1830, typografia Alvisopoli.
Saggio sulla Storia Civile, Politica, Ecclesiastica e sulla Corografia e Topografia degli Stati della Reppublica di Venezia ad uso della Nobile e Civile Gioventù, Ab. D. Cristoforo Tentori Spagnuolo, Venezia, ed. Giacomo Storti, 1785.iglia Miceli di Sicilia” width=”223″ height=”300″ class=”aligncenter size-medium wp-image-420174″ />