Navalny e la narrativa

Alexei Navalny, cover di Il suo nome è Bono Vox

L’Europa, fiaccata dalla Brexit, si è trovata all’indomani dell’attacco all’Ucraina a considerare quel gesto come diretto anche ad essa UE. Non poteva essere altrimenti, l’Europa non sembra capace di condurre una politica di sicurezza autonoma, non ha piani precisi per le migrazioni, è debole e frammentata e si nasconde in leggi anacronistiche come quella che assegna gli approdati alla nazione che offre sabbia per cadere senza forze dopo una traversata perigliosa.

Tuttavia la presa di coscienza attuale dell’Europa è ancora limitata al “Vediamo che succede”. E quel che succede è – in questi giorni nefasti – Alexei Navalny che muore nella ghiacciata terra che ospita la colonia penale siberiana IK-3. La struttura si chiama ‘Lupo Polare’ ed è posta vicino al villaggio di Charp, 60 chilometri oltre il Circolo Polare Artico.

Sono temi internazionali di pertinenza dei capi di Stato e dei servizi segreti, ma anche di romanzieri che non se ne stanno a guardare: se non hanno il potere di agire direttamente ne parlano nelle loro narrazioni.

Il suo nome è Bono Vox, di Mimmo Parisi

È il caso dello scrittore bolognese Mimmo Parisi, sempre attento all’attualità. Infatti il romanzo Il suo nome è Bono Vox (LINEA-R, pag. 268) è ambientato nella linea temporale che scorre dal 24 febbraio 2022 fino ai nostri giorni. L’avventura dei protagonisti inventati è spesso incrociata con nomi reali come Bono Vox, Zelensky o, per l’appunto, il compianto ed eroico Navalny.

Ecco un passo che testimonia il valore di Alexei come sostenitore di una Russia libera e democratica,

Il padre di Sergej era un sostenitore di Alexei Navalny; era stato fermato con un pretesto e inviato direttamente in Siberia. Tutto avvenne dopo una sua visita al dissidente, nel carcere di Pokrov, ad alcuni chilometri da Mosca; fu l’ultimo atto di un progetto di epurazione che i servizi segreti russi avevano pianificato a danno di un dissenziente fastidioso. La posizione del padre di Sergej era ancora più critica perché sostenitore agguerrito, oltre che di Navalny, anche della legge Magnitsky che trattava delle violazioni dei diritti umani e gli atti di corruzione.

In conclusione, al momento non ci sono strade precise da percorrere per descrivere in modo preciso cosa sia accaduto a Navalny; pertanto è fondamentale che la comunità internazionale intraprenda azioni realistiche affinché i responsabili rendano conto delle proprie azioni.