La difficile gestione ucraina degli F-16 americani

In America, gli ostacoli politici alla fornitura dei caccia F-16 all’Ucraina sembrano alla fine superati. Biden ha pubblicamente detto sì al “corteggiamento” di Zelensky, mentre si trovava al G7 di Hiroshima. Tuttavia, le guerre non si vincono con le sole decisioni di un presidente né si realizzano concretamente e con successo le forniture militari. Servono altri requisiti, che forse oggi mancano al beneficiario degli aiuti, cioè l’Ucraina.

Logistica e coordinamento

Che senso ha mandare allo sbaraglio dei velivoli sofisticati e costosissimi, se prima non sono coordinati col sistema complessivo di difesa aerea dell’Ucraina? Certo, il valore propagandistico di tali jet è enorme, ma essi possono finire facilmente preda degli attacchi dei russi, a meno che non vi sia un coordinamento ben attuato con le altre sezioni della difesa ucraina. Però tale sistema oggi sembra molto carente ed è sottoposto al martellamento dell’artiglieria russa. Ed è pure carente è la logistica ucraina nel portare le armi al fronte nei punti necessari. Infatti, le strade sono danneggiate e molto dipende dagli sforzi europei.

Come la vedono gli americani?

Come la prenderebbero gli americani se un loro F-16 venisse abbattuto dai russi? Già i complessi missilistici Patriot sono stati ditrutti dai missili di Mosca: come reagirebbero gli USA a una perdita ancora più grave come quella dei jet da combattimento? Vi è chi pensa che farsi tirare giù qualche aereo non è terribile come sembra, anzi servirà a verificare l’efficacia di questi caccia contro un nemico temibile qual è la Russia. Gli americani potranno cioè trovare i punti deboli della loro tecnologia e quindi migliorarli. Altri invece pensano che ogni abbattimento da parte dei russi costituisca un colpo alla reputazione degli USA, il che è una pessima eventualità in vista delle elezioni del 2024 per la Casa Bianca.
FONTE: https://strumentipolitici.it/sei-domande-scomode-sugli-f-16-americani-in-ucraina/