Cos’è l’anatocismo bancario e cosa dice la legge

L’anatocismo bancario è una pratica finanziaria che consiste nel calcolare gli interessi sugli interessi maturati in precedenza su un prestito o una linea di credito. In passato, questa pratica era vietata dal diritto romano per proteggere i debitori dall’aumento involontario del debito. Tuttavia, il nostro codice civile l’ha ammessa a determinate condizioni.

Negli anni precedenti l’anatocismo è stato ampiamente utilizzato nelle operazioni bancarie, anche attraverso deroghe all’articolo 1283 del codice civile. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha successivamente sostenuto il divieto dell’anatocismo bancario. Approfondiamo meglio l’argomento.

Cos’è l’anatocismo bancario

Il concetto di anatocismo bancario si riferisce alla pratica di calcolare gli interessi su un debito, non solo sulla somma principale, ma anche sugli interessi già maturati e non pagati. Ciò significa che gli interessi vengono “composti”, ovvero calcolati sulla base del debito totale, comprensivo del debito principale e degli interessi maturati.

Questa pratica è comune in diversi tipi di contratti bancari, come i mutui e i depositi, e si basa sull’articolo 1282 del codice civile, che stabilisce che i crediti liquidi ed esigibili producono interessi di diritto, a meno che la legge o il contratto non prevedano diversamente.

Il concetto di anatocismo bancario nasce in ambito finanziario durante il periodo in cui le banche hanno iniziato a richiedere il pagamento trimestrale degli interessi nel caso di contratti di scoperto di conto corrente.

Questa pratica è stata adottata per ottenere denaro liquido, soprattutto da parte di persone giuridiche, che hanno ottenuto finanziamenti, noti anche come “fidi”, dalle banche.

Su queste somme finanziate, maturano gli interessi dovuti che, se non pagati entro la scadenza, danno luogo alla pratica dell’anatocismo, che prevede il calcolo degli interessi successivi sulla base del debito totale, comprensivo del debito principale e degli interessi maturati e non pagati.

Come proteggersi dalle azioni di anatocismo bancario?

Con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità del 2014 (L. n. 147/2013), che va a modificare l’articolo 120 del Testo Unico Bancario, qualsiasi forma di anatocismo è diventata illegale.

Di conseguenza, le somme pagate dai clienti mediante l’utilizzo di questa pratica devono essere restituite, insieme agli interessi legali.

Se si sospetta che la propria banca abbia applicato interessi non dovuti, è importante rivolgersi a professionisti specializzati nel recupero di tali interessi illegittimi e di eventuali perdite finanziarie, al fine di valutare e proteggere i propri diritti.

L’ultima pronuncia della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha recentemente riaffermato il divieto di anatocismo bancario, dichiarando questa pratica illegittima.

Nell’ordinanza n. 24293 del 16 ottobre 2017, i giudici hanno espresso il loro netto rifiuto nei confronti della capitalizzazione degli interessi sui conti correnti.

Nel documento viene specificato che gli usi bancari in materia di anatocismo non hanno alcun valore normativo e che, una volta che viene negata la loro natura di fonte di diritto, la disciplina applicabile deve essere quella legale, a meno che non sia stato concordato in modo specifico il contrario.

Se non esiste una pattuizione successiva in merito alla capitalizzazione degli interessi, questi ultimi non possono produrre interessi se non a partire dalla data della domanda giudiziale.