LACERO – C’ERA SOLO DA ASPETTARE (ORANGLE/UNIVERSAL)

 

“Notturno fino al midollo, Lacero invita con questo disco i malcapitati viandanti in territori dove le luci del giorno si annichiliscono fino a diventare quelle di una sala d’aspetto”. Recita così la cartella stampa di presentazione del nuovo disco del cantautore solista milanese. Una bella introduzione a un disco altrettanto bello. Una introduzione che rispecchia pienamente lo spirito dell’album. Uno spirito libero, che, dopo essersi scrollato di dosso la formula da rock band, le ambientazioni derivative (vedi alla voce Nirvana, soprattutto, del disco precedente, con semplicità, orgoglio, voglia di mettere in scena, con il minimalismo di una chitarra acustica e di una voce tra il malinconico e l’incazzato, le vicissitudini quotidiane di noi semplici mortali. Forma canzone cantautorale, sicuramente non “sanremese”, nemmeno vicina al nuovo cantautorato alla romana, in cui “less is more” è bello e convincente, è una bella prova di quanto si possa fare “in solitario”.

Una nota a parte merita “Ti ho vista partire”, ballata arrangiata con impegno e sapienza. Qui forse ci sarebbe la voglia di farsi sentire anche in quei lidi “mainstream” sanremese, dove però la sensibilità e l’onesta di Lacero non troveranno mai spazio, vista la pochezza dei sentimenti e l’attitudine mafiosa del mainstream stesso e del mondo meschino dei network a cui si rifà. Un mondo fatto di marchette e cortocircuiti in cui, in loop, c’è spazio solo per i soliti noti. Lacero, che noto non è, che è lontano anni luce da questo mondo, ha coraggio e cuore. Nelle sale d’aspetto di ospedali allo sbando, in supermercati dove tutto è spazzatura, negli aereoporti low cost, non c’è spazio per le emozioni e per una canzone onesta, scritta di getto con amore. Ma intanto nella mia cameretta, e spero anche nelle vostre,  “Sigillo” o “Come se non fosse successo” sono mega hit, in un loop vibrante, bello, avvolgente.

 

 

Silvia Caggianelli