Affidamento dei figli in caso di separazione: a chi vanno?

Anche nelle migliori famiglie può accadere che una coppia di coniugi decida di mettere fine al matrimonio. Si tratta generalmente di una scelta difficile ma necessaria quando l’amore e l’affetto reciproco rappresentano solamente un lontano ricordo. In queste situazioni, è necessario comprendere come regolarsi, in presenza di una separazione, come regolarsi per l’affidamento dei figli. Scopriamolo insieme nelle prossime righe.

Affidamento figli: cos’è?

Si parla di affidamento solamente per i figli minori con genitori che quali hanno intrapreso un percorso di separazione o divorzio con avvocati divorzisti. Ciò significa che se i due coniugi decidono di lasciarsi in maniera definitiva, si renderà necessario stabilire le modalità del mantenimento, dell’educazione e dell’istruzione dei figli. È fondamentale non fare confusione tra affidamento e collocamento, dal momento che si tratta di due istituti differenti con finalità diverse.

Il primo, infatti, è relativo all’esercizio della responsabilità genitoriale, mentre il collocamento è legato solamente al concetto di residenza. In altre parole si tratta del luogo dove il genitore e il rispettivo figlio andranno a vivere. Il collocamento può essere di tre tipologie differenti, ovvero prevalente, alterato e invariato.

  • Prevalente. In questo caso il figlio abita con il genitore definito collocatario, ovvero quello più idoneo a garantire al figlio una certa stabilità. Si tratta della soluzione a cui si fa ricorso nella maggior parte delle circostanze, che tra l’altro permette all’altro genitore, cosiddetto non collocatario di vedere il bambino passando del tempo insieme attraverso le indicazioni fornite dal Tribunale.
  • Alternato. In questa seconda ipotesi, il minore abita un po’ con la mamma ed un po’ con il papà. Generalmente si tratta di un mese con la madre, e un mese con il padre. Questa seconda opzione, però, non viene attuata molto spesso, per l’ovvio motivo che costringe al bambino di spostarsi con frequenza da una casa all’altra, infrangendo la sua stabilità domestica.
  • Se i coniugi sono d’accordo, potranno alternarsi a vivere con il figlio nella casa familiare, magari una settimana la madre e una settimana il padre. Questa opzione permette al minore di non abbandonare l’abitazione conservando di conseguenza le sue abitudini. Il genitore che per un periodo di tempo prestabilito abita con il figlio deve anche permettere all’altro di incontrarlo.

Affidamento figli minori

Nella maggior parte dei casi, l’affidamento condiviso è la soluzione migliore. In questo caso il figlio viene affidato ad entrambi i genitori, ma il collocamento è prevalente presso uno dei due. Nell’affidamento condiviso i genitori devono prendere insieme le decisioni più importanti, tra cui la scuola da fargli frequentare. Decisioni più semplici, come la scelta dei libri scolastici, possono essere prese anche in autonomia senza una consultazione preventiva.

Nel caso uno dei due genitori non fosse idoneo al suo ruolo sotto il punto di vista educativo, il giudice disporrebbe l’affidamento esclusivo dei figli minori, quindi solamente a un genitore, che avrebbe completa capacità decisionale.  L’altro genitore, in queste situazioni, conserverebbe comunque il diritto di entrare in merito delle questioni più importanti.