Metalli Preziosi il Rodio Vale Dieci Volte l’Oro

I metalli preziosi acquistano di valore parallelamente alla richiesta sul mercato ed in base alla rarità, leggi di mercato che valgono per qualsiasi bene presente sul mercato.
Nell’immaginario collettivo è l’oro il metallo che ha più valore ma nella realtà dei fatti la situazione è ben diversa.
Questo accade in quanto il prezioso metallo giallo è molto diffuso a tutti i livelli sotto forma di gioielli e oggetti tanto da poter non solo essere acquistato ma anche venduto in attività come questo compro oro Firenze.
Attualmente è il rodio il più costoso tra i metalli preziosi, questo metallo derivante dal minerale del platino raggiunge attualmente un valore pari a quasi dieci volte il prezzo dell’oro.
A favore dell’oro c’è da tenere in considerazione il fatto che il prezzo aureo seppur minore di quello del rodio, si regge sul fatto di essere considerato il bene rifugio per eccellenza.
Questo rende il prezioso metallo giallo estremamente stabile a prescindere dalla richiesta di mercato derivante da altri ambiti di utilizzo.
Al contrario l’elevato prezzo del rodio deriva dal suo utilizzo come metallo utile alla attuale transizione energetica che lo ritiene necessario in ambiti green.
Le caratteristiche particolari del rodio lo rendono il migliore tra i metalli per quanto riguarda alcuni ambiti che in questo periodo storico sono richiesti in modo esponenziale.
Il boom della richiesta di rodio è iniziato con il suo utilizzo nelle auto catalitiche che nel frattempo sono divenute lo standard obbligato per le case automobilistiche.
Il rodio è molto apprezzato anche in altri ambiti che necessitano ottimi materiali elettro conduttivi che sono in costante diffusione in tutto il mondo.
Tra le caratteristiche che determinano il successo dell’oro c’è il suo alto punto di fusione e la sua capacità di resistere agli agenti esterni.
Questo metallo derivante dai minerali del platino ha un punto di fusione molto altro oltre alla caratteristica di non essere facilmente attaccabile dagli acidi, escludendo l’acido solforico a caldo.