Le riflessioni di Daniel Mannini sul concetto filosofico di Paideia nel mondo artistico e creativo

Nel recente Festival Nazionale della Filosofia edizione 2025 svoltosi tra Modena, Carpi e Sassuolo (con il festeggiamento simbolico anche dell’anniversario dei suoi 25 anni) è stato designato come tema portante e testimonial il concetto filosofico di Paideia, che nel suo significato di derivazione greca indica l’ideale di formazione completa dell’individuo, che va ben oltre la semplice istruzione e formazione scolastica per includere lo sviluppo etico, culturale e spirituale, mirando a creare dei cittadini virtuosi e completi, inseriti armoniosamente nella compagine sociale e attivi e partecipi nelle relazioni comunitarie con consapevolezza coerente e responsabile. La Paideia, intesa e concepita nell’antica concezione filosofica (peraltro sempre molto attuale) è un processo che coinvolge corpo, mente e spirito per raggiungere una vita degna e conseguire una perfezione fisica e morale, in cui la ragione e il pensiero sono fondamentali per l’autogoverno e la libertà interiore. La Paideia influiva anche sulla sfera della cultura e del sapere e includeva la trasmissione e la propagazione di un corpus culturale, inteso non soltanto come sapere tecnico, ma come insieme di valori, arte e letteratura, che definiscono l’identità greca. Per il sommo filosofo greco Platone la Paideia rappresentava l’educazione dell’anima per raggiungere la virtù e la conoscenza e non si limitava alla trasmissione del sapere in senso lato, ma era indirizzata e canalizzata a risvegliare la capacità umana innata di pensare e valutare lucidamente, di discernere la verità dalla menzogna attraverso un percorso formativo graduale, coinvolgendo anche la musica, la ginnastica, la matematica, con l’obiettivo di formare un individuo equilibrato e ravveduto, libero e affrancato, capace di guidare se stesso e di contribuire in maniera fattiva e concreta al bene comune della polis. La dottoressa Elena Gollini al riguardo ha interpellato l’artista Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it), giovane esponente del panorama creativo, attivamente partecipe e compartecipe anche su questo fronte di pensiero, libero e aperto.

D: Il concetto filosofico di Paideia quali pensieri e riflessioni ti suscita, traslato e trasportato all’interno del mondo artistico e creativo in generale?
R: La Paideia, intesa come formazione integrale dell’anima, è un processo di interiorizzazione di virtù, senso del bello, capacità di critica e impegno civico. Nell’antichità era l’educazione a formare un cittadino capace di pensare, di parlare, di agire in modo giusto, di riconoscere beni comuni e di vivere in comunità. Nel mondo artistico e creativo, possiamo domandarci di come l’arte possa educare e non solo informare, formando orientamenti etici, sensibilità e responsabilità civica, oltrepassando l’abilità tecnica. Concepire l’arte non solo come espressione di talento o bellezza, ma anche come uno strumento di formazione integrale, una pratica che, nel tempo, modella la sensibilità e l’impegno verso il bene comune. Se l’arte diventa luogo di Paideia, allora ogni opera può essere una piccola scuola di cittadinanza, in cui l’esperienza estetica porta a una comprensione più profonda di cosa vuol dire vivere insieme con responsabilità.

D: Nel tuo modus pensandi e operandi di giovane artista, in che misura può risultare utile e funzionale attingere a questo concetto filosofico, facendone tesoro in maniera ponderata e ragionata?
R: Penso che sia assolutamente utile attingere a un concetto filosofico in modo funzionale, uno spazio di domande che guida, ma non sovrasta, la propria pratica artistica. È importante definire i temi filosofici e il loro significato, trasformando i concetti in domande utili per il proprio lavoro: farsi delle domande in tempo reale mentre viene processato un lavoro, chiedersi il perché venga utilizzato un certo stile pittorico rispetto ad un altro, come nel mio caso l’astratto e il figurativo, e perché vengano usati certi materiali e strumenti. Oltre a questo è importante analizzare il contesto che funge da cornice al dipinto stesso, ovvero la fruizione e la promozione del dipinto per raggiungere un pubblico che riesca ad avere un dialogo e una compatibilità con la propria filosofia artistica, consolidando l’arte come un bene individuale per chi la realizza e collettivo per chi la osserva.

D: Una tua riflessione di commento sul concetto platonico di Paideia e su ciò che anche nella contemporaneità odierna può richiamare come significato sempre valido.
R: Paideia è un concetto di educazione che mira non solo a fornire conoscenze utili, ma a formare l’anima e la vita intera dell’individuo come virtù, discernimento, bellezza, capacità di vivere insieme. Il suo significato è quello di civiltà dell’animo, una trasformazione che rende l’uomo capace di pensare, sentire e agire in modo giusto all’interno della polis. Si tratta di un accumulo di nozioni, bensì di una conversione dell’essere, di una formazione integrale che coinvolge ragione, cuore, corpo e rapporti sociali. Tutto questo attraverso l’educazione come sviluppo del carattere, dialogo e umanità. Una bussola per capire l’educazione come pratica di formazione dell’umano nel suo complesso. Anche nella contemporaneità odierna, il suo significato forte è quello di promuovere una cultura che aiuti le persone a diventare cittadini capaci di pensare in modo autonomo, di custodire la ragione, di condividere il bene comune e di abitare con dignità una pluralità di mondi. Credo che se la scuola e la società riescono a coltivare questa formazione integrale, è possibile continuare a fornire un orizzonte valido e vitale per educare non solo al successo, ma al bene umano.