Forse già ad aprile i rifugiati ucraini negli Stati Uniti potrebbero ricevere l’ingiunzione a lasciare il Paese. All’amministrazione Trump questa mossa sarà fatta pesare come l’ennesimo modo per mettere pressione su Zelensky, ma si tratta in realtà di un’intenzione che aveva già espresso in campagna elettorale.
Deportazione dei clandestini
Infatti Trump aveva promesso agli elettori che avrebbe invertito la tendenza messa in atto dall’amministrazione Biden ad accogliere indiscriminatamente tutti i profughi. Il problema dell’illegalità era diventato molto sentito dai cittadini americani lo scorso autunno e dunque hanno premiato col voto Trump per il suo programma più restrittivo. Oltre a cubani, nicaraguensi, messicani e venezuelani vi sono i 240mila ucraini fra i gruppi che presto potrebbe essere deportati. Addirittura con la procedura rapida, dicono a Washington.
Vorrebbero rimanere all’estero
Gli ucraini sono scappati in vari Paesi, non soltanto negli USA. La maggior parte di loro oggi sta in Germania e in Polonia. Ma sono anche in Canada, in Gran Bretagna, nella Repubblica Ceca e altrove. Tutti quanti sono accomunati dal sentimento prevalente di voler rimanere nei Paesi in cui si sono rifugiati. Però la situazione non potrà andare avanti così ancora per molto. O si integreranno del tutto oppure quando scadranno i permessi umanitari saranno espulsi. E la maggior parte di loro non vuole ritornare in Ucraina. Questo fatto già oggi è grave per Kiev, perché sottrae all’esercito decine di migliaia di potenziali soldati. Un domani, a guerra finita, ne risentirà soprattutto l’economia nazionale.
Contrasti sociali
La società ucraina soffre di divisioni interne su vari piani. In particolare, coloro che sono rimasti in patria non vedono di buon occhio chi invece è scappato all’estero. Fra chi è rimasto, vi sono invidie e contrasti fra chi è riuscito a non farsi mobilitare e le famiglie di chi è stato mandato forzatamente al fronte. Lo stesso giornale mainstream Repubblica, solitamente molto blando verso i problemi ucraini e molto severo contro la Russia, ammette che i reclutatori di Kiev utilizzano “misure brutali” per prendere gli uomini e spedirli in prima linea, anche coloro che non vorrebbero. Fonte: https://strumentipolitici.it/gli-ucraini-non-vogliono-tornare-in-ucraina-ma-ora-gli-usa-li-manda-via/