Trump e Zelensky si prendono quasi a male parole e questo battibecco fa svanire le chance di concludere in tempi brevi un’intesa storica fra i rispettivi Paesi. Entrambi vogliono un accordo che soddisfi le proprie esigenze in maniera proficua per tutti, ma partono da premesse discordanti.
Volano parole forti
L’irritazione di Kiev si è acutizzata quando in Arabia Saudita il suo grande alleato americano ha avuto un incontro cordiali con gli emissari del Cremlino, un preludio a ulteriori vertici. Ma gli ucraini sono rimasti fuori, non sono stati nemmeno avvertiti. Washington ha persino suggerito l’idea che fossero loro i responsabili dello scatenamento delle ostilità armate. Zelensky ha risposto piccato, ma Trump lo ha poi definito “dittatore non eletto” capace di “prendersi abilmente gioco di Biden”.
Zelensky dice no
Così Zelensky ha detto di no alla bozza di intesa, sdegnato perché sentitosi costretto a firmare un contratto capestro. “Non posso svendere il mio Paese”, ha dichiarato. Eppure gli americani credono di offrire a Kiev un’ottima opportunità di sviluppo e di sicurezza. Ma il governo ucraino non vede niente di tutto ciò nel contratto in questione, che è stato così nuovamente redatto e modificato. Per adesso comunque non vi è alcun progresso nella trattativa.
Correggere la bozza
I funzionari lavorano sulla nuova versione dell’accordo, perché la prima è ormai saltata. Pare che gli americani volessero addirittura la metà delle ricchezze minerarie ucraine. Il ministro degli Esteri di Kiev si dice fiducioso nell’utilità di questo dialogo “orientato ai risultati” ed evidenza come il suo governo voglia fortemente una pace giusta che duri nel tempo e che rafforzi sia l’Ucraina che gli USA. Fonte: https://strumentipolitici.it/scontro-usa-ucraina-a-colpi-di-dichiarazioni-al-vetriolo-laccordo-sui-minerali-e-lontano/