Un ritorno davvero attesissimo e davvero eccezionale quello che vede protagonista il Maestro d’arte e mentore del Novecento Felice Casorati, all’interno del maestoso contesto di Palazzo Reale a Milano, per una mostra in chiave antologica organizzata davvero in pompa magna, dopo ben 35 anni di assenza da questo ambiente milanese di grande pregio. Ecco allora, che vale la pena di soffermarsi ad approfondire questo significativo ritorno, che senza dubbio conferisce un enorme valore simbolico al percorso artistico di questa figura epocale. Casorati ha saputo influenzare l’ispirazione creativa della visione del suo tempo, ma è riuscito anche a trasportarla e trasferirla nel futuro futuribile, andando a toccare piani e livelli di proiezione e prospettiva, che hanno posto le radici e le basi di fondamento dell’intera arte figurativa pittorica e non soltanto, facendo emergere e innervando dei palinsesti di affinità elettive e di sintonia speciale con l’intero complesso artistico, inclusa la sfera dell’informalismo anticonformista e apparentemente scevro da collegamenti di connessione e di intreccio di commistione. Pertanto, questo ritorno alla grande bellezza tradizionale di Felice Casorati attraverso la straordinaria esposizione milanese (che resterà in loco fino al 29 giugno 2025) si rende un ponte di trait d’union e un filo conduttore indispensabile ed essenziale per stimolare e alimentare nelle nuove generazioni di giovani artisti creativi delle riflessioni sostanziali e concettuali su più fronti di interconnessione e interrelazione, poiché la sfaccettata texture dell’arte universale e della grande storia dell’arte racchiude in maniera positivamente inclusiva ogni genere e tipologia di manifestazione e di formula, ogni qualsivoglia cifra, che risulti essere valida e qualificante nel tenere sempre alta la bandiera vessillo di collante sinergico delle rispettive e reciproche differenze e distinzioni, che non devono mai essere e diventare motivo di rottura, scissione e spaccatura negativa, ma devono trovare quel tocco di equilibrio bilanciato, che si traduce nella magia senza tempo, eterea ed eterna di tutta quanta l’arte del passato, del presente e del futuro. Questa mostra pertanto, è portavoce di un intento unificante e unificatore tra passato e presente, tradizione e innovazione, che si congiungono in un registro linguistico, dialettico e semantico a disposizione di una fruizione paritetica e parificante. A tal riguardo, Daniel Mannini, giovane esponente e rappresentante del panorama artistico pittorico odierno, ha voluto interagire attivamente con un’intervista sull’argomento. Il sito web personale di Daniel Mannini è www.danielmanniniart.it.
D: Un tuo commento di riflessione sulla figura di Felice Casorati, grande maestro d’arte del Novecento e protagonista in mostra a Palazzo Reale a Milano.
R: Felice Casorati è una figura di grande rilievo nel panorama artistico del Novecento italiano, la cui opera si distingue per una profonda introspezione e una ricerca di equilibrio tra il reale e l’ideale. La sua arte riesce a catturare l’essenza dei soggetti che ritrae, sia figure umane sia nature morte. Egli riesce a coniugare diverse influenze, creando uno stile personale che riflette le inquietudini e le aspirazioni di un’epoca complessa. Le sue opere invitano lo spettatore a una riflessione profonda sulla condizione umana: in un mondo sempre più frenetico, l’artista riesce a fermare il tempo ed esplorare la bellezza nel quotidiano; riesce a confrontarsi con temi universali come l’identità, la memoria e il rapporto con la natura. Attraverso i suoi dipinti, Casorati ci invita a riscoprire il valore della pazienza e della contemplazione, rendendo la sua opera ancora straordinariamente rilevante per il pubblico contemporaneo.
D: Un tuo parere di giovane artista creativo contemporaneo: in che modo la tradizione figurativa del Novecento con nomi di indiscusso calibro quale è Felice Casorati, influisce sulle tendenza stilistiche ed espressive dell’arte attuale in generale?
R: La tradizione figurativa del Novecento, rappresentata da artisti come Felice Casorati, ha avuto un impatto significativo sulle tendenze stilistiche ed espressive dell’arte contemporanea, con il suo approccio unico alla figura umana e all’uso del colore, riuscendo a fondere elementi della tradizione con innovazioni moderniste, creando opere che comunicano un forte senso di introspezione e malinconia. La riscoperta del corpo come soggetto centrale e anche per il modo in cui pone il soggetto in relazione con lo spazio e il contesto, è evidente in diverse opere artistiche di oggi. Il colore viene utilizzato sia come elemento estetico, ma anche come veicolo di emozioni e significati, manifestando anche nell’interesse per il dialogo tra tradizione e innovazione. Questo approccio non solo onora il passato, ma lo reinventa, dando vita a nuove narrazioni e forme espressive. La capacità di unire l’eredità artistica con le questioni attuali rende il lavoro particolarmente rilevante e stimolante, oltre che contemporaneo.
D: Entrando di più invece nello specifico dell’approfondimento: all’interno della tua ricerca di sperimentazione tendenzialmente informale e non convenzionale, come collochi i preziosi insegnamenti trasmessi da Felice Casorati, in qualità di esponente mentore della cosiddetta concezione accademica e dottrinale tradizionalista?
R: Anche se il suo metodo può sembrare tradizionalista, è possibile collocarlo in un contesto più ampio di sperimentazione e innovazione. Questo equilibrio tra tradizione e innovazione è cruciale per una ricerca personale e sperimentale da cui partire. La sua attenzione per la forma, il colore e la composizione offre strumenti utili per affrontare le sfide della creatività contemporanea. La sperimentazione, quindi, non è in contraddizione con la tradizione, ma può essere alimentata da essa. Una dialettica tra il rispetto per i principi tradizionali e la spinta verso l’innovazione. Questo si riflette anche sulla mia ricerca artistica, in cui il soggetto e il colore si amalgamo alla perfezione per raggiungere la massima espressione dell’opera realizzata.