Mercato valutario, c’è ancora nervosismo a causa delle politiche di Trump

Ancora una giornata all’insegna del nervosismo per l’euro, che da giorni non riesce a trovare una direzione precisa sul mercato valutario. A pesare sull’umore degli investitori sono le minacce di dazi da parte di Trump, che potrebbero innescare una battaglia commerciale su scala globale.

Trump e il mercato valutario

banca centrale europea

Se da un lato il mercato valutario ha tirato un sospiro di sollievo quando Trump, nel giorno dell’insediamento, non ha emesso alcun ordine esecutivo per imporre dazi immediati, dall’altra non è detto che non lo faccia di qui a poco.

Intervenendo alla Casa Bianca, il nuovo presidente ha infatti minacciato di nuovo l’Europa – colpevole di essere stata stata “molto, molto cattiva con noi” – ed ha preannunciato tariffe al 10% sui prodotti in arrivo dalla Cina, a  partire da inizio febbraio.

Lagarde avverte l’Europa: teniamoci pronti

Il clima resta quindi molto incerto, ma la stessa presidente BCE Christine Lagarde, intervenendo al World Economic Forum di Davos, ha detto che da Trump ci si può aspettare un’offensiva commerciale contro l’Europa, e che dovremmo “sapere come rispondere.
Sempre da Davos, il commissario Ue per l’economia, Valdis Dombrovskis, dice che l’Europa risponderà proporzionalmente a qualsiasi tariffa Usa, al fine di proteggere gli interessi economici del blocco.

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Investitori e BCE cauti

Non è difficile quindi capire perché l’euro non riesce a imboccare una via precisa sul mercato valutario, e resta di fatto bloccato attorno quota 1,044 rispetto al dollaro. Per assistere a uno stabile recupero dell’euro, il rapporto tra le due valute più scambiate sul mercato valutario dovrebbe superare almeno la media mobile a 50 periodi.

Questa situazione si ripercuote anche sulle mosse della BCE. Settimana prossima l’istituto di Francoforte si riunirà in meeting, e quasi sicuramente effettuerà un altro taglio al costo del denaro. Tuttavia nessuno può sapere quanto in basso potrà scendere in futuro, proprio perché gli scenari economici potrebbero essere modificati drasticamente dalle politiche economiche di Trump.