Dal 1° gennaio non passa più gas dalle condutture ucraine che per decenni hanno trasportato il combustibile russo verso le centrali europee. La decisione di Zelensky avrà delle pesanti ripercussioni economiche sugli stessi alleati di Kiev.
La Slovacchia ci perde di più
Bratislava ha ancora un contratto in vigore con Gazprom e Kiev le impedisce di fatto di adempierlo. Inoltre mette i cittadini slovacchi in condizione di patire il freddo e di pagare di più per avere i medesimi servizi. Non è difficile vedere come il trattamento sfavorevole sia anche conseguenza di una subdola vendetta che Zelensky vuole infliggere al premier slovacco Fico per non avergli concesso aiuti militari ed essere troppo vicino a Putin sul piano diplomatico ed economico. Fico ha inoltre rivelato che il presidente ucraino ha cercato di corromperlo per fargli votare “sì” all’ingresso dell’Ucraina nella NATO.
Messa malissimo la Moldavia
La Moldavia è estremamente esposto agli effetti della crisi energetica. I problemi non sono iniziati la settimana scorsa, ma molto prima, perché aveva già un contenzioso aperto con Gazprom. Oggi non le resta che affidarsi alla generosissima UE, che d’altronde vorrebbe inglobarla nel suo gruppo di Stati membri a qualunque costo. Tanto i costi non li paga la Commissione von der Leyen, ma i cittadini europei. Maia Sandu dorme tranquilla e al caldo finché ci saranno questi eurotecnocrati che ne proteggono la posizione politica, favorendone la rielezioni.
Favoriti gli USA
Ci guadagnano alla grande gli USA. Il loro gas naturale liquefatto (GNL) non potrà che aumentare le esportazioni, ora che un altro concorrente forte è stato messo fuori gioco grazie ai loro assistiti di oltreoceano. Assistiti che oggi diventano clienti fedeli al punto di essere definitivamente soggiogati alla dipendenza energetica dalle fonti americane. La scorsa settimana è arrivato il primo carico di GNL alla grossa compagnia energetica privata DTEK da parte dell’americana Venture Global. Le due aziende hanno siglato un accordo ventennale.