Biden sta accelerando altre sanzioni alla Russia prima di terminare il mandato

Mancano poche settimane al termine del mandato del presidente Biden e a un probabile cambio di atteggiamento della Casa Bianca verso Mosca. Così, l’attuale presidente Dem vuole accelerare il processo di imposizione di un altro pacchetto sanzionatorio. L’ennesimo, perché finora l’economia russa ha retto e anzi è pure cresciuta.

Sanzioni inefficaci

Le sanzioni che Washington e Bruxelles hanno imposto hanno dato risultati estremamente scarsi rispetto alle attese. Mosca infatti continua a vendere, a incassare e a far funzionare la sua macchina bellica. Ha solamente trovato clienti nuovi in Asia e ha cambiato qualche canale di approvvigionamento per quelli europei. E intanto a rimetterci è proprio l’economia dei Paesi UE. Così, Biden tenta di giocare l’ultima carta sul piano economico-strategico, sebbene le chance di successo non siano molte. In realtà, sono maggiori le possibilità di fare altri danni agli alleati europei e di confondere ulteriormente le carte al suo successore Trump.

Biden timoroso

Prima di novembre Biden non voleva fare questa mossa per la paura di darsi la zappa sui piedi prima del tempo. Erano in vista le elezioni presidenziali e c’era il rischio di creare l’ennesimo caso di politica impopolare e controproducente. Ora invece la campagna elettorale e finita e la situazione economica interna è un po’ migliorata. Così l’anziano leader Dem può dedicarsi a rovinare il percorso di Trump e a provare qualcosa pur di dare fastidio a Putin. L’ottica è quella di mettere l’Ucraina su una posizione migliore, o meno peggiore possibile, nei futuri negoziati che quasi certamente si apriranno nel 2025.

Sanzioni alle petroliere

Questa volta le sanzioni dovrebbero essere indirizzate in modo piuttosto specifico sul commercio di petrolio russo. Gli USA puntano a contrastare la “flotta fantasma” che trasporta l’oro nero della Siberia ai clienti occidentali e non solo. Infatti le misure sanzionatorie potrebbero riguardare pure i compratori terzi, quindi estendersi a soggetti neutri rispetto al conflitto ed essere così ancora più contestate e contestabili. India Cina sono grandi acquirenti di greggio russo. Come reagiranno se verranno toccate nei loro interessi? Intanto Ungheria e Turchia si smarcano e chiedono già esenzioni alle loro banche e ai loro operatori. Fonte: https://strumentipolitici.it/biden-vuol-sbrigarsi-a-inasprire-le-sanzioni-sul-petrolio-russo-perche-finora-non-hanno-funzionato-abbastanza/