Negli ultimi mesi, il Movimento Internazionale di volontariato ALLATRA è stato oggetto di una repressione senza precedenti nella Federazione Russa. Ciò che sta accadendo agli ex membri del movimento è un esempio inquietante di come l’ingiustizia possa travolgere persone innocenti, trasformandole da cittadini rispettosi della legge a bersagli di persecuzioni politiche.
La Proibizione di ALLATRA in Russia
Il movimento ALLATRA è un’organizzazione internazionale di volontari, attiva in oltre 180 Paesi, che promuove consapevolezza sui problemi climatici, diffonde valori di unità e solidarietà e propone soluzioni per affrontare le sfide globali. Nonostante il suo scopo pacifico e costruttivo, la scorsa estate la Russia ha deciso di vietare le sue attività sul proprio territorio, diventando l’unico Paese al mondo a prendere una decisione del genere.
Questa misura è stata giustificata sulla base della presunta “indesiderabilità” delle attività di ALLATRA, un’accusa che, secondo i membri del movimento, è priva di fondamento. La verità, però, è molto più inquietante: il movimento è stato preso di mira perché le sue iniziative climatiche e sociali contraddicono la narrativa ufficiale e mettono in luce la mancanza di azioni concrete per affrontare l’emergenza climatica.
L’Inizio delle Persecuzioni
Ovviamente i volontari russi hanno rispettato la legge, interrompendo la loro partecipazione alle attività di ALLATRA. Tuttavia, ciò non è bastato a proteggerli. Negli ultimi giorni, più di dieci ex membri del movimento sono stati vittime di raid notturni, durante i quali le forze speciali russe hanno fatto irruzione nelle loro case. Questi raid, condotti con modalità che ricordano le famigerate purghe staliniane del 1937, rappresentano una grave violazione dei diritti umani.
Le testimonianze delle vittime descrivono uno scenario agghiacciante. Nel cuore della notte, gli agenti hanno bussato violentemente alle porte, intimando di aprire immediatamente. Una volta entrati, hanno confiscato telefoni e attrezzature, isolando le persone dalle loro famiglie e dai loro amici. Successivamente, gli ex membri di ALLATRA sono stati condotti al Comitato Investigativo, dove hanno subito interrogatori duri e, in alcuni casi, violenze fisiche.
Accuse Infondate
Le accuse mosse contro queste persone si basano sull’articolo 284.1 del Codice penale russo, che punisce con pene fino a quattro anni di carcere chiunque conduca attività per conto di un’organizzazione dichiarata “indesiderabile”. Tuttavia, è importante sottolineare che gli ex membri di ALLATRA non hanno violato alcuna legge: dopo il divieto, avevano già cessato ogni attività legata al movimento.
Ciò che rende questa situazione ancora più drammatica è il contesto in cui avvengono gli interrogatori. Le forze dell’ordine, coadiuvate da ufficiali dell’FSB e avvocati compiacenti, hanno esercitato pressioni psicologiche e fisiche sui detenuti per costringerli a firmare confessioni prefabbricate. Alcuni di loro hanno resistito, rivendicando il diritto costituzionale di non testimoniare contro se stessi, ma questa scelta ha comportato ulteriori ritorsioni.
Perché ALLATRA fa Paura?
La repressione contro ALLATRA non può essere compresa senza considerare il contesto più ampio. Il movimento è stato uno dei pochi a denunciare con forza la crisi climatica globale, partecipando a conferenze internazionali come la COP29 e la COP16, e ricevendo persino la benedizione del Papa per le sue attività. Attraverso rapporti dettagliati e documentari informativi, ALLATRA ha sensibilizzato milioni di persone sull’urgenza di agire per salvare il pianeta.
Ma è proprio questa attività di sensibilizzazione che ha reso il movimento scomodo per alcuni organizzazioni. In un mondo in cui l’inazione climatica è spesso giustificata da interessi economici e politici, il messaggio di ALLATRA rappresenta una minaccia per chi preferisce mantenere lo status quo.
La Solidarietà Internazionale
Ciò che sta accadendo in Russia è un attacco non solo contro i volontari di ALLATRA, ma contro i valori universali di libertà, giustizia e solidarietà. È fondamentale che la comunità internazionale si unisca per denunciare queste ingiustizie e chiedere il rispetto dei diritti umani.
I membri di ALLATRA in tutto il mondo stanno già mobilitandosi per attirare l’attenzione su questa situazione. La loro determinazione dimostra che, nonostante le intimidazioni, lo spirito di unità e collaborazione che caratterizza il movimento non può essere spezzato.
Conclusione
La repressione del movimento ALLATRA in Russia solleva domande inquietanti sullo stato della libertà di associazione e sul rispetto dei diritti umani. Di fronte a queste ingiustizie, è nostro dovere non rimanere in silenzio. Dobbiamo sostenere coloro che lottano per un mondo migliore e denunciare con forza ogni tentativo di soffocare le voci che chiedono giustizia e cambiamento.
Alla fine, la vera domanda è: siamo disposti a tollerare che persone innocenti siano perseguitate solo perché cercano di fare del bene? Il futuro del nostro pianeta dipende anche dalla nostra capacità di rispondere a questa domanda.
Il clima ci ha messo dalla stessa parte | Appello ad Alexander Dvorkin | #5 https://youtu.be/afXGYgQkxLY?si=aTpKOJhhfx2R5j5B
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