DRAMMATICO GESTO DELL’EMARGINATA NE “LA MADRE” CON LA BRILLANTE L. SAVINO ED A. RENZI

La crisi della nostra società non dipende solo dalla disoccupazione e dalla precarietà del lavoro, ora che tra qualche mese sarà tolto il reddito di cittadinanza, ma pure dalla sempre maggiore conflittualità familiare: I Ferragni sono ancora in lite per il bacio provocatorio di Rosa Chemical a lui , da cui è nata l’inchiesta della Procura d’Imperia, Francesco Facchinetti è in urto con la moglie che, con un più alto tenore di reddito, non contribuisce alle spese della famiglia e Totti con la beLla Hilary, felici sposi un tempo, hanno rinviato il procedimento di divorzio alla prima udienza per il mancato accordo sulla spartizione del ricco Patrimonio. Inoltre nella prima cellula strutturante del tessuto civile non c’è più lo spirito di tolleranza ed adattamento di prima, per cui alla minima scintilla si rischia di far deflagrare l’incendio metaforico e sfasciare tutto. Ce ne dà un fulgido esempio la commedia del sociologo e letterato transalpino Florian Zeller che, esaminando il caso della casalinga Anna, osserva come si stia deprimendo con una profonda e progressiva depressione per la “debacle” del rapporto con il coniuge in corso da qualche tempo e per l’allontanamento dei figli dal “nido” d’infanzia. La scena chiara e luminosa disegnata da Luigi Ferrigno ha al centro un tavolo illuminato da una bianca luce tersa e nitida , mentre lateralmente vi sono le porte delle stanze ormai vuote e lei si lamenta d’essere sola tutto il giorno, non sapendo che fare ed annoiandosi, mentre il marito prepara il simposio per cui partirà il giorno dopo ed inoltre Anna l’accusa di spassarsela con le sue amichette, usando il termine volgare romanesco, ogni giorno in qualche alberghetto. Lei è preoccupata anche del fatto che il figlio Niccolò, andato via di casa, sono due giorni che non telefona e nemmeno la sorella Sara si sente, tuttavia lei vede di buon cuore unicamente il ragazzo, in base alla mitica concezione edipica sofoclea; invece con la figlia v’è un’antipatia dall’adolescenza ed un blocco affettivo per cui non si cura del suo agire. La straordinaria Lunetta Savino è la credibile figura della protagonista, che con le sue fissazioni e discorsi sconnessi, fa dubitare il coniuge della sua stabilità mentale, soprattutto  non dando lui adito a gelosia e tenendo come manager aziendale un comportamento signorile, elegante e desideroso d’aiutare la compagna a ritrovare la lucidità  e l’quilibrio psichico. La signora per sentirsi ancora viva s’è comprato uno splendido vestito da gran sera e. mancando il suo compagno di menage, decide di farsi accompagnare come “gigolò” e “cavalier servente” a festeggiare con ostriche e champagne in un lussuoso ristorante da Niccolò giunto improvvisamente per un alterco con la sua fidanzata, ma il ragazzo è triste e malinconico giacché lei non telefona e dunque preferisce concedersi un sonno ristoratore invece  con la genitrice, che si pavoneggia con il suo seducente vestito rosso che rammenta il celebre film “The Woman in Red” e nei panni dell’indomito e passionale figlio scopriamo un eccellente Niccolò Ferrero,  mentre la sorella Sara che aiuta il padre nel lavoro d’ufficio è impersonata da Chiarastella Sorrentino, che incarna in un  più tratteggiato doppio ruolo il personaggio della sensuale fidanzata che, con un impermeabile lucido ed elegante, viene a reclamare il suo amore e si scontra con la “chioccia materna” che non vorrebbe cederglielo ed aprire invece una bottiglia per brindare insieme. Comunque la giovane rivendica il suo diletto e non accetta di lasciarlo alla mamma, che non può contrastare la passione e l’erotismo dei due innamorati che vanno via di corsa in quanto lei promette infuocati amplessi sessuali ed orgasmi , fino allo sfinimento. Nella prospettiva pedagogica di Z. Baumann e B. Chul Han il nostro consorzio civile è complesso , fluttuante e levigato, alla maniera delle luci che danno pieno risalto alla pièce con i colori fosforescenti dal chiaro al celeste ed azzurro con le musiche rock e le canzoni famose degli anni Sessanta quale elemento “vintage” della partitura musicale di sottofondo.

Occorre che i giovani stacchino il cordone ombelicale dalla madre e questa sia in grado di crearsi una nuova prospettiva in “fieri”, una disponibilità alle risorse che l’esistenza ancora ci riserva, per aprirci ad un domani foriero di sorprese. Anna invece, piegata in due  dai dispiaceri patiti  ed incapace di resistenza , si ritiene vinta ed abbandonata, isolata dai membri del suo nucleo domestico, per cui decide di porre in atto un insano e scriteriato gesto :ingoiare tutte le pasticche d’un flacone di barbiturici e berci sopra una bottiglia. La fuga dal mondo non esiste e pertanto sulla base delle nostre risorse e qualità innate dobbiamo farci forza, puntare sulle nostre capacità reattive e di resilienza per  creare dell’alternative in “fieri” alla fine della funzione culinaria e gastronomica, dando  prova di riscatto e di positiva valenza sociale al nostro domani. Anna non sarà in grado di reagire, avvertirà una  solitudine annichilente e disperata, senza rimedio, per cui tenterà dei sottrarsi allo spietato destino ingoiando un flacone di barbiturici, o meglio sonniferi con la speranza di farla finita, ma anche gettandovi sopra una forte carica di desideri repressi bevendoci sopra alcol. .Per sua fortuna la miscela non sarà letale e l’ambulanza del 118 la potrà salvare e consegnare alla terapia d’urgenza che le tutelerà la vita, prestandogli i prioritari soccorsi ed offrendogli i necessari suggerimenti per difendere l’esistenza a cui il consorte tornerà a far sentire la sua presenza, tornando dal convegno, con rinnovata passione e scrutandola negli occhi con un esplicito silenzio eloquente. Non sempre, però, la salvezza riesce e qualche volta il soccorso è tardivo, comunque occorre che i membri d’una famiglia siano d’aiuto per sé e gli altri, risvegliando la loro sensibilità ed attenzione domestica, comprensione delle problematiche familiari dei singoli membri della cellula mononucleare  dandosi il reciproco sostegno, senza isolare gli elementi più deboli e fragili, che devono al contrario acquisire quella carica interiore di fiducia ed ottimismo di cui apparentemente difettano. La regia di Marcello Cotugno scandaglia a fondo, tra le righe del testo ed i serrati monologhi intrecciati ed accusatori, le complicazioni, priorità d’intervento e necessità psicologiche rintracciabili nel copione ed in cui gli spettatori avranno potuto rispecchiarsi con razionale concentrazione e riconoscimento dei propri limiti nel decoroso andamento delle loro dinamiche familiari. Il lavoro sarà replicato al Quirino, ovvero teatro Gassman in omaggio al famoso campione degli italici palcoscenici originario del capoluogo ligure simboleggiato dal faro della Lanterna, fino asl 26 marzo, prima domenica di Primavera con il ripristino dell’ora legale ed ultima ecologica nell’Urbe.

Giancarlo Lungarini