Eni, Claudio Descalzi: decarbonizzazione e impegno green, il valore di un percorso condiviso

Eni, QN intervista l’AD Claudio Descalzi: “L’Europa sta dando l’esempio, ma occorre coinvolgere tutti i Paesi. Puntiamo sulla tecnologia che non può essere ostaggio dell’ideologia”.

Claudio Descalzi

Il futuro sarà green: l’intervista a Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi, intervistato lo scorso 26 gennaio da QN ad Abu Dhabi in occasione della XIII assemblea dell’Irena, ha sottolineato il valore delle rinnovabili e dell’idrogeno nella decarbonizzazione. Ricoprono infatti un ruolo fondamentale per riuscire ad arrivare all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 con uno step al 2030 attorno al -45%. Dai dati condivisi dall’Agenzia internazionale per le rinnovabili emerge però che i Paesi puntano entro il 2030 a raggiungere 5,4 TW di capacità installata di fonti rinnovabili: la metà dei 10,8 TW necessari a quella data per decarbonizzare il mix elettrico e rimanere in linea con lo scenario 1,5 °C. Necessario quindi aumentare l’impegno, come sottolinea anche Claudio Descalzi secondo cui la Cop 28, la conferenza sul clima che si svolgerà a novembre a Dubai, non dovrà “solo fissare i target” ma “fare una grande apertura alla neutralità tecnologica, senza preclusioni” nell’ottica di raggiungere “l’obiettivo finale di abbattere la Co2”. Parlare dei target, per quanto importante, non basta: occorre discutere anche di “come si raggiungono questi target, quali sono gli investimenti, quali sono le attività, chi le fa, perché se non decliniamo tutto il sottostante dei target continuiamo a parlare di qualcosa che è monodimensionale. E invece bisogna dare profondità”.

Claudio Descalzi: decarbonizzazione, serve una vision condivisa

Il ruolo delle aziende è essenziale quasi come quello degli Stati”, sottolinea Claudio Descalzi nell’intervista. “La decarbonizzazione è un fatto globale, non può appartenere solo agli Stati. Detto questo, l’impegno deve appunto essere globale. L’Europa sta dando l’esempio, ma serve uno sviluppo di policy che esca dai confini europei e diventi cultura di tutti gli altri Stati, specialmente quelli che emettono molto. Perché è chiaro che un continente come l’Africa, che emette il 3% e ha una popolazione pari a tutti i Paesi Ocse, deve essere solo aiutato tecnologicamente, mentre gli altri Paesi, ciascuno a suo modo, devono contribuire alla decarbonizzazione”, ha spiegato l’AD di Eni sottolineando come in questo momento di grandi cambiamenti la filiera del gas abbia assunto “una importanza strategica per il nostro Paese e avrà sempre più importanza”. La Cop28 in quest’ottica “deve riuscire non solo a coinvolgere ogni Stato su obiettivi ambiziosi, suoi percorsi, ma anche a trovare una convergenza tra tutti gli Stati sulle policy, su una grande apertura alla neutralità tecnologica, con la tecnologia che non deve essere ostaggio di un’ideologia”. L’obiettivo secondo Claudio Descalzidev’essere di abbattere il contenuto di Co2, arrivare a prodotti verdi. Serve una maturazione che dev’essere globale con una convergenza di società, Stati e politica sull’obiettivo finale che è la decarbonizzazione”.