PASSIONE, SEDUZIONE EPROMISCUITA’ NELLA FAMIGLIA “PENG” CON F.CABRA PER LA REGIA DI BISORDI

 

Gli uomini possono essere divisi in due grandi categorie a seconda della loro psiche e costituzione interiore : quelli deboli , fragili ed indecisi, inetti , come lo Zeno Cosini di Ettore Schmitz alias Italo Svevo e quelli potenti , arroganti e che si ritengono in possesso d’una virtù da “leader” e condottiero nazionale, quali a metà del XX secolo i despoti Hitler, Mussolini e Franco, che diedero vita al “ Patto d’Acciaio” del 1938 a cui si sarebbe aggiunto l’imperatore nipponico, divinizzato come “Dio Sole”,  Hiro Hito e che si contrappose al sistema pianificato e collettivizzato della cruenta e gigantesca Russia di Stalin, che ora Putin con l’invasione dell’Ucraina vorrebbe far rinascere, ricollegandosi ad Ivan “il Terribile” nel’500, in cui Mosca doveva diventare la terza Roma. Se guardiamo attualmente sul versante contrario del conservatorismo democratico troviamo l’ex presidente degli Usa Donald Trump accusato di attività illegali ed evasione del fisco per alte cifre al punto che gli furono sequestrati parecchi documenti nella sua lussuosa residenza in Florida e che nel 2021 ordinò l’assalto irruento e proditorio al Congresso Americano, ma pure l’ex capo del Brasile il militarista Bolsonaro che,  durante i funerali dell’idolo del Paese Nelson Arantes do Nascimento, conosciuto come Pelè, ordinò lo sfondamento dei Palazzi istituzionali e del Supremo  Tribunale nella centralissima spianata politica di Brasilia, non avendo accettato la sconfitta subita da parte del progressista sindacalista Lula, assolto dalla Magistratura per ipotizzati reati di corruzione. Questa tematica degli individui dallo spiccato “Super Ego” nietzchiano è al centro del lavoro creato da Marius Von Mayenburg nel 2017 per commissione dello Schaubuhne di Berlino per l’elezione a presidente degli USA di Trump con tutti i pericoli che ciò comportava e che si sono notati a cominciare dall’isolazionismo dello Stato Federale, senza tuttavia impedire che adesso stia riproponendo la sua candidatura per le presidenziali del 2024 contro, pare, Biden stesso. Lo spettacolo, arrivato con enorme attesa al teatro Vascello, ha messo in scena la dinastia dei Peng, cognome di derivazione cinese naturalizzato in transalpino, trasposta nell’adattamento nostrano dalla drammaturgia di Clelia Notarbartolo con una pregnanza concettuale ed una carica di denuncia socio – civile che ha tenuto con il fiato sospeso la folta platea dello spazio di via G. Carini, per non perdere una battuta del testo che richiedeva un notevole impegno di concentrazione mentale per non privarsi di una nozione paradigmatica ed emozione sensitiva, unendo i singoli tasselli o fili del sarcastico lavoro supportato dall’immagini sullo schermo di fondo, a partire dalla venuta al mondo di Ralph Peng che un’ostetrica narcisisticamente s’attribuisce, mentre una più professionale ed integerrima ginecologa avvisa la coppia appassionata di genitori che non si tratta d’un parto singolo ma gemellare ed il maschio nel nascere opera la selezione darwiniana strangolando la più minuta sorellina. Da lì crescerà in maniera sempre più pretenziosa, volitiva ed ambiziosa, circuendo e desiderando libidinosamente la sua badante con un Fausto Cabra istrionico nel suo impartire disposizioni e proclamare irresistibili intenzioni mefistofelicamente dannate e distruttive, non impedite dai genitori che sono spinti dall’erotismo sensuale a focosi amplessi e dichiarazioni d’amore. La compagnia è formata da 6 interpreti ognuno dei quali si ritaglia un ben preciso ruolo : Ralph sfida sul quadrato d’un ipotetico ring Tancredi ad un incontro di boxe per stabilire chi decide il da farsi; v’è un venditore di armi sfuggito alla cattura negli anni ’80 e patrocinato da Manuela Kustermann  che in video gli compra le armi e le sponsorizza per la satirica difesa del suo teatro Vascello. Inoltre v’ è un accanito fotoreporter che scatta insistentemente foto da lontano in prospettiva od in primo piano e dà suggerimenti agli attori su come posizionarsi o che ritmo seguire e quale espressione  assumere. Insomma le figure che agiscono da personaggi per doppia parte di qualche interprete sul palcoscenico sono dieci e Ralph è uno di quegli esseri mostruosi che dicevamo prima, sostanziato dall’ipocrisia ed orgoglio dei propri genitori, che alla fine riterranno di dover concepire un nuovo figlio, alla stregua dei genitori del povero piccolo Lorenzo a Cogne, dopoché per la sua sfrenata seduzione è stato sparato dalla sua assistente e ritenuto morto; però egli, alla guisa d’un drago dalle 7 vite o d’un Ciclope, si rialzerà da terra e sosterrà che , anche se ha un buco in testa, inverosimilmente vive lo stesso. Aldo Ottobrino e Sara Borsarelli sono i romantici procreatori del diabolico Ralph, ma il papà  è anche l’industriale del Nord in cui terreni sono inquinati da velenose scorie tossiche e gas pestiferi che non fa nulla per rimuovere, Francesco Sferrazza Papa è l’indemoniato e freneticamente in movimento giornalista a caccia di “scoop”, infine Anna Chiara Colombo impersona la sanitaria montata dalla sua incontenibile prosopopea retorica e Francesco Giordano incarna il losco venditore di morte, come avveniva nella nostra nazione in ciascuna guerra con le fabbriche delle armi da sparo, alla guisa della bresciana Beretta .

Con tutte queste identità di personalità di riferimento della pièce si realizza in una certa misura la tesi dell’autore Mayenburg che il teatro dev’essere un luogo di paura per i contenuti che ci presenta ed il modo in cui lo fa. Un meraviglioso e funambolico , sagace e prepotente nell’imperiosa recitazione dell’indomabile Ralph, Fausto Cabra, ben coordinato sinergeticamente con gli altri  attori dal regista Giacomo Bisordi, che delinea a tutto tondo i soggetti in scena, c’ha davvero messo davanti gli irriducibili dittatori politici e regimi assolutisti del nostro tempo, che inducono gli abitanti di quegli Stati a fuggire con le conseguenze letali che spesso vediamo drammaticamente in questi giorni sui nostri schermi. Per cui non possiamo accettare    le crudeli parole del ministro Piantedosi e di molti esponenti della destra al potere “Non dovete partire”, raccomandazione precauzionale che potrebbe valere per il mare in tempesta, ma non può essere assolutizzata. Per fortuna il ministro dell’Agricoltura onorevole Lollobrigida, cognato della “premier” Meloni, ha detto che servono 500.000 mila migranti per il raccolto nei campi, tuttavia non devono essere schiavizzati come braccianti senza diritti; invece il vicepresidente  Tajani ha sentenziato che come colf e badanti ne occorrono 200.000 e perciò si può procedere con i regolari canali umanitari, che già sono stati più volte attuati. Tuttavia l’Europa occorre che prenda coscienza del problema e proceda con eque ripartizioni numeriche degli esuli e profughi. La settimana prossima sarà la volta del genere narrativo espositivo di Marco Paolini nel suo caleidoscopico “Antenati.-The Grave Party” che sicuramente fino a domenica 19, festa del papà, farà registrare un ennesimo “Sold out”.

Giancarlo Lungarini