IL SARCASTICO DECALOGO MODERNO DEL GENIALE UMORISMO DI PAOLO HENDEL

Ancora un grande attore, dopo il giuliano Paolo Rossi, per il bellissimo ed accogliente palcoscenico del teatro Vittoria nel quartiere Testaccio a Roma dove il pubblico ama godere dell’allegria razionale ed equilibrata, concettualmente didascalica e riflessiva, secondo l’insegnamento goldoniano dell’utilità dilettevole. Intendiamo parlare di quel “toscanaccio” che è il fecondo e brillante Paolo Hendel che ormai ha una lodevole ed intensa carriera artistica alle spalle, caratterizzata dal salace e brioso , sferzante ed anticonformista, inverecondo, slancio arguto e fescennino, che prende di petto ciò che l’attualità gli pone davanti e su cui può soffermare il suo graffiante pungiglione di acuto sarcasmo. Stavolta è partito dal raccontare il fatto personale che gli ha offerto lo spunto per realizzare questo suo nuovo lavoro, dopo quelli bene conosciuti dagli spettatori che glieli hanno ricordati con empatico affetto, quali “Se non si va, non si vede” e “Cavalli si nasce”, per poi proseguire in modo sfrenato e sottolineato dagli universali consensi ; codesta pubblica citazione percepita con perfetto udito l’ha indotto a rallegrarsi d’avere davanti una sala con gente colta e preparata. Il motivo del copione dunque è stato l’aver accompagnato la madre novantenne con la badante dalla nuova geriatra, ma essendo andata la genitrice in bagno la dottoressa ha pensato che fosse da lui da visitare ed egli , sentendosi vicino alla terza età, ne approfittò per farsi controllare, sovvenendogli l’indovinello proposto dalla Sfinge ad Edipo. Imboccata la strada della confessione del suo vissuto, quasi stesse redigendo un memoriale autobiografico, continua rivelando che ha avuto la gioia di diventare padre a 54 anni e che la figlia fino ai 13 l’ha considerato un eroe, mentre successivamente ha rivisto il suo giudizio trovandosi a convivere con un genitore che invecchiava e che si raccomanda agli astanti perché con il loro incondizionato consenso glielo facciano riapprezzare. In secondo luogo c’è la rabbia contro gli “antinatalisti” che non hanno fiducia nell’evoluzione socio – economica del nostro Paese e non fanno figli, così da mettere in pericolo le pensioni, atteggiamenti che li fanno paragonare a quegli sciocchi che reputano la terra piatta e vorrebbero distruggere i mappamondi, mentre si sa che il nostro pianeta è una sfera tonda. A proposito dei suoi valenti genitori ormai molto anziani, moltiplica le sue frecciate contro i badanti peruviani che la sera vanno al bar od al pub per cui rientrano alticci, tuttavia uno se lo vuole tenere per assistere lui in quella che il pessimista Leopardi definiva l’irrimediabile vecchiezza bisognosa della terza “Gamba” metaforica. Il passo seguente sarà la fine con la triste dipartita ed in riferimento a siffatta ha maliziosamente citato la lirica di Totò “ A’ livella”, gettando un po’ di panico in sala, comunque come rito scaramantico apotropaico ha furbescamente invitato gli uomini a toccarsi e le donne a portare la mano sul gonfiore del partner o del vicino, facilitando magari qualche approccio nuovo. Relativamente allo scabroso argomento ha narrato una serie di paradossali ed esilaranti epitaffi posti sulle tombe, davvero capaci di scatenare un’incredibile ridda di risate per il loro irrazionale spirito di rifiuto del trapasso e speranza goliardica e grottesca di ritorno. In un momento di dolore come questo per la tragica fine di tanti migranti in mare, a Cutro sono arrivati a 76 i cadaveri ripescati ed in gran parte sono bambini con i pupazzi di pelouche gettati contro la Meloni e Piantedosi giovedì scorso nella cittadina vicino a Crotone, ha condannato la gran festa di Salvini per il suo mezzo secolo a Milano con la “premier” e Berlusconi, parodiando l’indifferenza di Matteo già a processo per aver bloccato alcune navi di salvataggio come ONG e gli fa dire che, sognando Caronte in una “Divina Commedia” censurata con un mediocre giudizio di valore, ritiene che sia un altro scafista, su cui s’è appuntato il Decreto Legge approvato dal Governo che condanna questi “Trafficanti di merce umana” fino a 30 anni. Non poteva mancare un raffronto con la cultura classica ed in codesta prospettiva rileva che pure Properzio, uno dei “poetae novi” nel circolo di Mecenate alla corte di Augusto primo imperatore dal 31 a.C., con la sua poesia contro la riottosa Cinzia che non corrispondeva al suo amore e Plinio il Vecchio, che nella sua opera scientifica in 37 libri “Naturalis Historia”, prima della luttuosa fine sotto la lava del Vesuvio nel 79 d. C. , riporta la sterilità del terreno e la cattiva qualità dei prodotti agricoli al duro e reattivo comportamento della donna, erano antesignani dell’avversione al gentil sesso.

Ciò aveva infatti sollecitato la repulsione ed indignazione del letterato, per cui s’era già allora creato il violento confronto di genere che ora giunge ai criminali omicidi tra le mura domestiche o per strada, mentre con la sua saggezza intellettuale e filosofica ponderazione mette in risalto che l’esistenza sarebbe bella, armoniosa e felice, se ci fosse maggiore comprensione e reciprocità di sentimenti. Con andatura dinoccolata, per una leggera menomazione alla gamba sinistra, si sposta da un leggio all’altro per i singoli comandamenti, a guisa d’una versione laica di quello cattolico, con aria scanzonata e sorniona, suffragando la teoria della bellezza della vita con l’esemplare riferimento al superlativo regista Mario Monicelli che affermava :” La vita è un balocco con cui trastullarsi”; tuttavia poi approdato ai 90 anni e caduto in una profonda depressione rivedeva il suo parametro valutativo in tal modo : “ l’esistenza è un depliant” ovvero una volta scartato e stimato inutile va gettato ed in effetti lui, ricoverato nell’ospedale San Giovanni, si buttò con fierezza indomita per non soffrire di sotto dal nono piano. La platea è andata in un “brodo di giuggiole” per 90 minuti suggellando con scroscianti applausi il suo sfizioso ed incontenibile godimento dell’ennesimo spettacolo di Hendel, che ha voluto regalare un piccolo bis al suo affezionato pubblico, non deluso nemmeno stavolta, con un’antologia di recensioni stupefacenti per la loro assurda illogicità e negatività “non sense” di celebri film rispetto al successo di cui l’hanno gratificati i cinefili con il borderò d’incassi, che tutti i “ social media “ riportano e Marzullo legge regolarmente il venerdì notte nella trasmissione “Applausi”. Domenica sera, eseguita l’ultima recita pomeridiana al Vittoria, il comicissimo Hendel potrà ritornare, soddisfatto della settimana trascorsa esibendosi a Roma, nella sua dorata magione nella campagna toscana.

Giancarlo Lungarini