Non è sempre semplice riuscire a identificare la dipendenza, la quale si presenta come una condizione caratterizzata da un certo livello di complessità: infatti, non ci sono dei parametri misurabili in modo oggettivo che permettono di capire se si ha a che fare o meno con una dipendenza. Non si parla di quantità, per esempio, nel DSM V, che rappresenta il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali. Questo vuol dire che, per esempio nel caso dell’alcolismo, la dipendenza non dipende tanto da quanto si beve, ma dagli effetti che il bere ha rispetto alla condotta che si adotta nella vita di tutti i giorni. E lo stesso discorso si può estendere alle dipendenze affettive, che corrispondono a tipologie di dipendenza che nascono nel contesto di rapporti con altre persone.
I disturbi mentali
La dipendenza affettiva è un disturbo mentale? A livello ufficiale no, nel senso che tale condizione non è segnalata nel DSM V a cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Ciò non vuol dire, però, che non si tratti di una condizione non desiderabile. In un rapporto contrassegnato da dipendenza affettiva, a volte abbinato alla dipendenza da sostanze, il partner viene vissuto dal dipendente come regolatore del suo universo emotivo: questo avviene perché egli non è in grado di arrivare a questo equilibrio basandosi unicamente sulle proprie risorse emotive.
Il ruolo del partner
Nel contesto di una dipendenza affettiva, si vive il partner come se si trattasse del solo regolatore possibile, l’unico in grado di assicurare la fiducia in sé stessi e l’autostima di cui si è in cerca. Si fa riferimento al partner perché questa è la sola modalità considerata per avvertire le emozioni, che si tratti di attrazione o di odio, di desiderio o di risentimento. Il rapporto di dipendenza che si instaura è motivato dalla mancanza di alternative possibili; o, almeno, dalla convinzione che sia così. Ecco perché i dipendenti affettivi rimangono in una relazione anche se questa non è soddisfacente: anzi, per cercare di mantenerla viva sono disposti ad affrontare costi sempre più elevati.
Si può uscire dalla dipendenza affettiva?
Quella affettiva è una delle dipendenze che possono essere combattute presso il Centro San Nicola: per conoscerlo meglio si può visitare il sito https://www.centrosannicola.com/. Non bisogna sottovalutare questa condizione, dal momento che si tratta a tutti gli effetti di un problema che, per altro, può arrecare una grande sofferenza. In molti casi le persone non riescono ad accorgersi delle dinamiche che stanno alla base di tali relazioni. Nel contesto di un legame dove si riscontra una situazione di dipendenza affettiva, poi, non è raro che ci si getti anche nella dipendenza da sostanze, le quali al pari del partner sono indispensabili per il raggiungimento di un certo equilibrio interno.
Un circolo vizioso
Il dipendente affettivo nutre sentimenti la cui intensità aumenta nel contesto di un circolo vizioso. Se il bisogno di amore non viene soddisfatto, si sperimenta una sensazione di frustrazione e di rabbia, dopo la quale si palesa un atteggiamento remissivo e passivo, frutto del terrore dell’abbandono. Così, però, la rabbia finisce per aumentare ancora di più, e si trasforma in risentimento e in odio. Ne scaturisce un atteggiamento passivo aggressivo, per effetto del quale il dipendente affettivo vive una posizione di scacco: ritiene, per esempio, di non meritare di ricevere l’amore e l’affetto di cui ha bisogno. La scarsa autostima è una caratteristica peculiare dei dipendenti affettivi, che si sentono sempre inappropriati e poco adeguati.