Protesi di ginocchio: l’allineamento anatomico migliora la funzionalità

Che cosa si intende per allineamento meccanico in una protesi totale di ginocchio?

 

Per diversi anni si è ritenuto che un allineamento meccanico del ginocchio fosse il gold standard, cioè l’obiettivo da raggiungere in ogni protesi totale di ginocchio. L’allineamento meccanico fu proposto per la prima volta da John Insall e prevede un taglio del femore e della tibia perpendicolare all’asse che passa per il centro della testa femorale, il centro del ginocchio ed il centro della caviglia, per ottenere un asse finale di 0°.

 

Che cos’è l’allineamento anatomico?

 

In realtà già da diversi anni tale allineamento è stato criticato, soprattutto dopo che un importante studio pubblicato da Bellemans e collaboratori aveva evidenziato come in realtà una elevata percentuale di pazienti con ginocchio sano avesse un allineamento in varismo, cioè un piano tibiale varo di 3° e di conseguenza un piano femorale con 8-9° di valgismo (fino al 32% degli uomini e il 17% delle donne). Da qui nasce il concetto dell’allineamento anatomico (o cinematico), che va a restituire l’anatomia del ginocchio, ossia il suo morfotipo, evitando il release dei tessuti molli che invece si rende necessario spesso nell’allineamento meccanico.

 

Ci sono delle evidenze scientifiche a supporto dell’allineamento anatomico?

 

Una importante metanalisi sul tema, pubblicata sul Journal of Knee Surgery, ha identificato sei lavori scientifici effettuati su un totale di 651 pazienti operati di protesi totale di ginocchio ed ha dimostrato come tale allineamento garantisca risultati funzionali migliori rispetto a quello meccanico, anche se non in tutti i parametri esaminati. Il gruppo operato con allineamento anatomico ha ottenuto migliori risultati nelle scale funzionali come il Womac, mentre il range of motion (cioè il grado di escursione articolare) e la scala VAS per la percezione del dolore non hanno mostrato differenze statisticamente significative, così come la frequenza delle complicazioni. L’allineamento anatomico ha ridotto il tempo della chirurgia e migliorato la capacità di deambulare del paziente alla dimissione, ma non ha inciso sulla durata della degenza ospedaliera.